In collaborazione con il Prof. Nicola De Pisapia e l’Università degli Studi di Trento, inizia quest’anno un progetto sperimentale in carcere condotto all’interno di alcuni gruppi di consapevolezza che, da anni, gli operatori di Liberation Prison Project Italia propongono in vari Istituti di pena.

Nella Casa di Reclusione di Milano-Bollate e nella Casa Circondariale di Monza, tra marzo e dicembre, dieci gruppi di persone detenute svolgeranno per tre mesi un percorso di consapevolezza e meditazione nell’ambito di un protocollo sviluppato ad hoc e mirato anche alla gestione della rabbia.
L’attività verrà gestita dagli operatori di LPP che accompagneranno i partecipanti durante tutto il percorso. Lo studio andrà a indagare gli effetti delle pratiche meditative, sia sulla consapevolezza del qui e ora e l’accoglienza del momento presente, sia su quanto relativo a sensazioni e vissuti di rabbia nell’esperienza quotidiana.
La ricerca ha preso avvio a seguito del parere favorevole espresso dal Comitato Etico per la Ricerca dell’Università di Trento.

Per svolgere la ricerca gli sperimentatori somministrano, prima dell’inizio del percorso e al termine dello stesso, due questionari: il primo è un test validato e in uso nella ricerca scientifica da diversi anni; il secondo è un questionario strutturato ad hoc, partendo dalle esperienze di chi, da anni, lavora nel contesto carcerario, e dai ricercatori dell’università. Si è ritenuto opportuno utilizzare anche un questionario specifico per poter evidenziare in modo più efficace aspetti presenti nella quotidianità del carcere e che difficilmente si possono trovare in test somministrati a una popolazione che non vive il contesto di restrizione.

La collaborazione con l’università permetterà quindi di studiare e comprendere quale effetto possano avere questo genere di pratiche sul quotidiano di coloro che si trovano ad affrontare un vissuto detentivo.